giovedì 31 ottobre 2013

Wendina - L'indomita panterina - Sesta puntata










Quando gli ospiti andarono via mia figlia cominciò a chiamarla rassicurandola ormai dello “scampato pericolo”, ma Wendy non dava alcun segno.

La cercammo nei nascondigli a noi conosciuti, ma di lei non c’era traccia.

Natalia cominciava a preoccuparsi, temeva che potesse essere fuggita via saltando dal terrazzino(eravamo al primo piano) guardava sotto ma l’oscurità non le consentiva una grande visuale.

Io ero in cucina che rassettavo non senza apprensione, mi chinai per raccogliere un oggetto da terra e mentre abbassavo il viso vidi due piccoli fari che mi fissavano dalla fessura posteriore del cassetto del tavolo.

Ebbi un sobbalzo prima di realizzare che l’indomita panterina, terrorizzata dai visitatori, si era introdotta, non si sa come, nel cassetto e stava acquattata lì da ore!

Tanto paurosa era con gli umani, tanto prepotente ed audace era con i suoi simili.

Ribadisco che non accettò mai la compagnia di Cora, se ne stava sempre a debita distanza, interveniva solo per ristabilire la sua supremazia quando la vedeva minacciata.

Concedeva qualche attenzione e premura soltanto a Milly perché l’aveva considerata subito la sua vice-mamma, ma Cora non ebbe da lei che zampate, ringhi e soffiate.

Diventò più fredda anche nei confronti di Natalia, le permetteva appena di accarezzarla ma solo per qualche secondo, poi si allontanava quasi infastidita.

Stava ore appollaiata sopra la caldaia così dall’alto teneva tutti sotto controllo e ponendosi su un livello superiore confermava la sua supremazia.

Tempo dopo la nostra famiglia si allargò ulteriormente, vi entrò a far parte una cagnetta meticcia anch’essa raccolta dalla strada, era nera con il petto bianco ed un bel pelo lungo e mosso, era di media razza, avrà avuto circa sei mesi, dato il suo aspetto decidemmo di chiamarla Bruna.

Il suo arrivo, com’era prevedibile, sconvolse tutte e tre le gatte, che accolsero malissimo la nuova arrivata, soffiando, facendo la gobba e rizzando il pelo, ringhiando, inoltre si mostrarono offesissime con noi e, cosa buffa, sembravano non riconoscersi più nemmeno tra loro, perché per qualche giorno si soffiarono ed evitarono l’una con l’altra.

Ma la capacità di adattamento e di accettazione non appartiene solo al mondo degli umani, ma anche a quello degli animali e pian piano provarono a convivere tutti insieme.

Devo dire che quella svantaggiata fu Bruna perché era lei a subentrare in una convivenza già consolidata, quindi si ritrovò sola contro tre alleate.

Le facevano continuamente dispetti e lei, che avrebbe potuto ucciderle semplicemente con un morso, si limitava ad agitarsi ed abbaiare furiosamente.

Wendy si sdraiava su di un tavolo che avevo sistemato nel terrazzino come piano d’appoggio, e lasciava pendere pigramente la zampa, appena passava sotto Bruna, la zampetta scattava in un rapido graffio.

Una volta un unghia si impigliò nel pelo crespo di Bruna e questa si divincolava abbaiando fino a quando Wendy non ritirò la zampa con un ciuffetto nero attaccato nell’unghia.

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