domenica 26 maggio 2013

Rocchetti e pistole - ottava puntata



 

La signora Barone, ovvero la sarta presso cui lavorava Cettina, aveva comprato da poco una radio e spesso, per alleggerire le lunghe ore di cucito, la accendeva non tanto per sentire le "cronache del regime" ma per ascoltare le canzoni trasmesse tra una cronaca ed una propaganda.
Un pomeriggio venne la signora Carla per provare un abito lungo, da sera, quando se lo fece scivolare addosso, la radio trasmise la canzone "Parlami d'amore Mariù" e lei sorridendo e con gli occhi chiusi si mise a volteggiare leggiadra al suono di quelle note..come rapita..
Cettina seduta con l'immancabile ago in mano, la osservava con le labbra dischiuse in un sorriso pieno di sorpresa, e ad un certo punto Carla si chinò su di lei, le tolse ago e filo dalle mani e l'attirò a sè facendola ballare.




La signora Barone osservava le due giovani donne, una bionda, alta e sinuosa, l'altra bruna, di statura più bassa, impacciata nei movimenti,  che ballavano cingendosi le spalle e tenendo le due mani unite in alto, e la loro giocosa spontaneità sembrava voler allontanare le nubi minacciose che avanzavano e che avrebbero oscurato il periodo di pace e  tranquillità ristabilitosi dopo la prima guerra mondiale.
Qualche anno dopo Cettina sarebbe riandata con nostalgica disperazione a quei rari e preziosi momenti di serenità.
Quando la sera provava a raccontare alla madre di quanto fosse bella, elegante, raffinata la signora Carla, lei non mostrava il minimo interesse al riguardo, piuttosto le sue osservazioni erano tutte sul filo della critica, del tipo "Eh..con tante ragazze che c'erano qua..mogli e buoi dei paesi tuoi!" oppure "Ci scommetto che non sa fare nemmeno un uovo fritto!" ed anche "L'altro giorno la signora Barone chiedeva consiglio al sarto per uomo su come tagliare e cucire un pantalone, perchè la signora Carla le ha  chiesto di confezionarle  un paio!! Senza ritegno!"
Cettina non condivideva le critiche che sua madre muoveva nei riguardi di Carla, le trovava prevenute e ingiuste.
Questa donna bella, gentile non solo nei modi ma nell'animo, piena di fortuna, era per lei un'icona, un simbolo, era ciò che lei sognava di essere.
Nel tentativo di assomigliarle un pò cominciò a curare di più la sua persona, il suo abbigliamento, a pettinarsi sempre con cura e, cosa che fece inorridire la madre, a mettersi il rossetto.



Ormai la mente di Cettina aveva aperto gli orizzonti verso nuovi modi di intendere e vivere la vita..senza bisogno di attraversare l'oceano.