- Adelmo Buonocore, ai più conosciuto come Nino Buonocore, è uno dei miei cantautori preferiti, quando lo ascoltai per la prima volta, anni fa, rimasi subito affascinata dal timbro della sua voce, con le corde vocali che vibravano d'emozione, e dalla raffinatezza dei testi (spesso vere e proprie poesie) su cui tesseva il suo lessico musicale.
La sua canzone "Scrivimi", una delle più belle nel panorama musicale degli ultimi decenni, mi ha scaldato il cuore e placato le angosce in un periodo sofferto della mia vita.
Non è mai stato un "cantante per tutti", o uno che ha cantato di tutto, non si è mai fatto omologare nè stritolare dalle major discografiche.
Lui incide pezzi solo ed esclusivamente dietro ispirazione, dettati da sensazioni ed emozioni..ed è per questo che è ritornato dopo nove anni di silenzio, cantando, nella sua maniera misurata e delicata.. di rivoluzione.
Ha accettato di rispondere alle mie domande, con la naturalezza e spontaneità che può avere solo una persona speciale...ed è con emozione che vi rendo partecipi dell'intervista!
1.Dopo nove anni ritorni dai tuoi fan storici (tra loro ci sono anch'io) con il cd "Segnali di umana presenza", dove arricchisci la tua vena lirica ed intimista con un linguaggio musicale jazz, come nella canzone "Serena", mentre in "Lessico del cuore" ed "Un amore qualunque", sembri omaggiare il collega Ivano Fossati, perchè ascoltando le due canzoni, c'è qualche sfumatura che lo ricorda. Inoltre in "Un amore qualunque" l'accordo struggente del sax fa semplicemente venire i brividi! Intatto rimane il connubio con il tuo storico co-autore, ovvero Michele De Vitis. Spiega a noi fan qual è il significato del titolo del tuo nuovo cd.
R.
Questo progetto nasce dall’esigenza di comunicare il mio punto di
vista musicale e letterale attuale, in un mondo pigro e svuotato di
qualunque curiosità.
In
effetti stiamo progressivamente perdendo quella centralità dell’uomo
che lo ha reso protagonista della storia dell’umanità. Oggi siamo
lobotomizzati dal potere economico che detta i nostri ritmi, inibisce
la nostra capacità creativa perché tutto deve essere in armonia con
un “sistema capitalistico e consumistico” che non tollera quelle
eccellenze che possano sovvertire gli equilibri di una società ormai
appiattita su se stessa.
- Perchè questo silenzio durato ben nove anni? Per mancanza di ispirazione? O perchè hai sentito la necessità di un percorso musicale ed introspettivo?
R.
Nove anni possono sembrare tanti e pochi….dipende da cosa succede
in questo lasso di tempo. Non credo che ci siano stati in questo
periodo grandi stravolgimenti, grandi accadimenti. La musica non è
certo cronaca, ma ha bisogno degli stimoli che il nostro vivere
comune fornisce, per darci modo di analizzare e riflettere sui
mutamenti della nostra società. Se non si muove foglia….non si
riempirà nemmeno il pentagramma!
- Sei un raro esempio di coerenza nel panorama musicale, nel senso che la misura, la riservatezza, la delicatezza con cui porgi le tue emozioni attraverso la musica, la dimostri anche nel privato, perchè ti sei sempre tirato fuori dalle feste, da tutto ciò che è modaiolo e gossipparo. Quanto ti è costato difendere la tua identità di cantante ed uomo?
R.
Credo sia solo una questione di indole. La poca attitudine ad
atteggiamenti e comportamenti modaioli e gossippari…come li
definisci tu…credo faccia parte della mia educazione rivolta
soprattutto all’amore per i contenuti più che alla forma. Può
darsi pure che abbia perso tanti treni nella mia vita….ma forse mi
avrebbero portato in luoghi che non mi piace frequentare….
- Il tuo amore per la musica è qualcosa che hai ereditato, respirato fin da bambino, o è stata una rivelazione in un ambiente che nulla aveva a che fare col mondo musicale?
R.
In casa mia si è mangiato pane e musica da sempre. Anche perché non
c’è mai
stato
molto da mangiare…Tutto è nato da un bisogno di sentirmi integrato
in
contesti
in cui la mia modestissima economia mi creava qualche piccolo
disagio.
Ho
imparato così a scrivere canzoni per “contare” di più…era la
mia unica arma e
credo
di averla sfruttata anche bene. Poi la passione per la musica ha
fatto il resto.
- Quale musica ascoltavi da ragazzo, quale genere preferivi e a quale cantante ti sei ispirato quando hai inziato a creare canzoni tue?
R.
Ascoltavo di tutto. Tutto ciò che arrivava in casa mia lo
trangugiavo. Dai Doors ai Beatles ai Rolling Stones per finire ad
Antoine, Aznavour e Battisti. Non credo di essermi ispirato a qualche
artista in particolare, ma ad un certo punto della mia carriera ho
assecondato la mia predilezione per personaggi come James Taylor,
Donald Fagen, Doobie Brothers che hanno indubbiamente connotato la
mia musica in maniera determinante.
- Se non sbaglio fino ad una decina d'anni fa la tua espressione musicale era decisamente poetica, intimista, attenta alle sfumature ed ai particolari e dove la chitarra era lo strumento privilegiato ; come è avvenuta questa "contaminazione" jazz..dove la musicalità coincide con l'improvvisazione, i colori accessi, l'uso di tanti strumenti, soprattutto la tromba ed il sax?
R.
Ho sempre pensato che uno strumento rappresenti un colore diverso. Un
pittore usa la sua tavolozza per esprimere la sua “visione” delle
cose come a me piace utilizzare tutti gli strumenti per la stessa
ragione. Una tromba o un qualunque altro strumento che scelgo, a mio
avviso, può caratterizzare meglio un passaggio particolare, un
fraseggio, una melodia per rendere più comprensibile, nella sua
forza poetica e narrativa, il tutto.
- Com'è nata una delle canzoni da me più amate, ovvero "Scrivimi" , l'hai scritta dopo la fine di una storia d'amore, oppure per la delusione verso qualcosa che poteva "nascere" e invece è finita prima ancora di iniziare?Il timbro della tua voce è rimasto immutato negli anni, è dovuto ad uno stile di vita sobrio e senza eccessi?
R.
Scrivimi è un connubio vincente testo-musica difficilmente
raggiungibile. In
genere
brani come “scrivimi” nascono da forti emozioni “latenti”…per
ragioni che a
volte
sono oscure anche per noi stessi che le scriviamo…E’ un momento
in cui il
nostro
vissuto si cristallizza improvvisamente in una canzone che viene
fuori quasi
automaticamente.
Sul timbro della voce devo deluderti…ho uno stile di vita che
farebbe
borbottare qualunque fonoiatra….fumo molte sigarette ma al di là
di
questo
vizio che non riesco a combattere…non ne ho nessun altro!
- Quando componi una canzone parti da un'emozione e dopo accordi le note con la chitarra oppure avviene il contrario? Io anni fa suonavo (male) la chitarra e ho scritto qualche canzone, partendo prima dai versi gettati giù in seguito ad un'emozione e dopo vi adattavo sopra gli accordi.
R.
Non ho un metodo abituale per comporre…a volte un pensiero richiama
immediatamente una melodia ed una tessitura armonica…altre volte
accade il contrario…l’importante è che le due cose si avvicinino
naturalmente, senza forzature. Bado soprattutto a questo.
- In un mondo, anche musicale, dove l'improvvisazione, l'omologazione, la superficialità ed il chiasso prevalgono, la tua presenza, che si distacca nettamente da ciò, ha la bellezza perenne e discreta della perla..una rarità, appunto. E' sempre stato naturale per te rimanere indifferente al canto di alcune sirene discografiche, o a volte sei stato tentato di cedere ad un certo tipo di lusinghe?
R.
Per mia fortuna ho un caratterino niente male!....Mi sono sempre
battuto strenuamente perché le mie idee non fossero manipolate da
nessuno. Tutto questo comporta certamente il rischio di essere
lasciato solo quando le cose non vanno bene, ma non ho mai avuto
paura delle difficoltà, prendendomi sempre le mie responsabilità.
Non amo le persone che salgono senza alcun merito sul carro del
vincitore!
- Se dovessi dare un suggerimento ad un giovane che si affaccia nel panorama musicale, cosa gli consiglieresti?
R.
Gli direi semplicemente di aspettare il suo momento, senza forzare il
destino. Tutto ciò che fa parte di un percorso di crescita finisce
nel tuo bagaglio di esperienze, e ti consente di superare le
innumerevoli difficoltà della vita. Un momento di flessione lo
superi facilmente se dentro hai la tempra per farlo. Per la stessa
ragione un momento di successo non ti esporrà mai al rischio di
sentirti stupidamente onnipotente!
Tuttavia
bisogna saper cogliere le occasioni al volo cercando di difendere
accanitamente le proprie idee….perchè saranno proprio quelle prima
o poi a determinare il proprio successo. Ne sono convinto.
- Le mie domande finiscono qui, grazie per la tua squisita disponibilità, hai realizzato uno dei miei sogni: chiacchierare ambilmente con uno dei miei cantautori preferiti.
Grazie a te e buon
lavoro!
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