domenica 16 giugno 2013

Rocchetti e pistole - nona puntata





La vita per Cettina non era mai stata rose e fiori, la sua famiglia apparteneva alla categoria, allora molto diffusa, delle persone povere e sfortunate.
 I suoi genitori erano sempre vissuti nell'amarezza degli stenti e delle disgrazie, il padre lavorava duramente, a contatto con l'aria e il sale che sciupava la pelle e risucchiava la salute.
Se il padre stava tutto il giorno fuori per lavoro e la sera si ritirava stanco e quasi abbrutito dalla fatica, la madre a casa doveva fare i salti mortali per mettere insieme il pranzo con la cena e soddisfare le richieste di due bambini, bisognosi di cibo, necessario  per il loro sostentamento.
Quando Cettina aveva pochi mesi, la madre per aiutare il magro bilancio familiare, andò a fare la balia da latte in una famiglia benestante, dove la puerpera "borghese" per motivi di salute non poteva allattare il suo bambino appena nato.
E mentre  il latte che sgorgava abbondante dal seno di sua madre, per tutta la giornata riempiva la boccuccia avida del ricco neonato, lei doveva accontentarsi del seno della sua mamma solo all'alba ed alla sera, e durante il giorno, la nonna calmava i suoi strilli acuti per fame, con acqua zuccherata.




La nonna le raccontava che la sera sua madre, quando tornava a casa, si sedeva a tavola e prima ancora di mangiare attaccava Cettina al seno, con un braccio sorreggeva teneramente la bimba che succhiava affamata il latte, e con l'altra mano trafficava con il cucchiaio tra il piatto e la bocca, nutrendosi con quello che riusciva a mettere a tavola la madre, consapevole che aveva bisogno di più energie rispetto a qualsiasi altro membro della famiglia, eccetto suo marito, forse.
Quando Cettina era poco più di una bimbetta, il padre morì a causa di un incidente sul lavoro, e per riuscire a sopravvivere andarono ad abitare nella casa dei nonni.
Si ritrovarono in sette in due stanze, perchè con i nonni abitavano anche i due zii ancora ragazzi, durante il giorno la casa quasi si svuotava perchè il nonno e gli zii andavano a lavorare, chi nei campi, chi nelle saline e a casa rimanevano le due donne con i bambini.




In quegli anni il conflitto nato in Europa si propagò anche in Italia coinvolta in quella che venne chiamata la "Grande guerra".
Cettina e il fratellino conobbero quindi anche il terrore della guerra, sentivano parlare gli adulti di aerei che sganciavano bombe capaci di uccidere tante persone, vide la nonna piangere disperata quando il figlio più grande fu chiamato alle armi e poi i due bambini osservarono lo strazio della famiglia quando venne comunicato che lo zio era nell'elenco dei dispersi.
Dopo la guerra fu dura per gli italiani riprendersi dalle macerie, dalla miseria e dai numerosi morti e dispersi; nella famiglia di Cettina la povertà si era estremizzata, considerando che venivano meno le braccia dello zio e che la schiena del nonno si era fatta più curva e le sue mani meno forti.
Anche se era ancora una bambina Cettina fu mandata dalla "mastra" per imparare a cucire e guadagnare qualche soldo; aveva nove anni, a scuola studiava con profitto e  l'insegnante, quando seppe che la madre intendeva ritirarla per farle apprendere un mestiere, protestò vivacemente, cercò di dissuaderla dal togliere la bambina dalla scuola, ma le sue proteste caddero nel vuoto.
Si chiuse per sempre, per Cettina, il mondo dell'infanzia.