mercoledì 16 ottobre 2013

Sedici ottobre millenovecentoquarantatrè: il rastrellamento ed il silenzio del papa.



Esattamente settant'anni fa le truppe tedesche della Gestapo, dietro ordine del capo delle SS, Himmler, effettuarono a sorpresa, all'alba, il rastrellamento del ghetto di Roma.
Famiglie intere, composte da padri e madri con bambini, furono brutalmente sradicate dalle loro case, molti ancora in pigiama o in camicia da notte, i bambini più piccoli  mezzi addormentati, probabilmente con il pollice nella boccuccia, oppure scossi da singulti di paura,  furono intruppati ed ammucchiati come animali in vagoni per il bestiame.
Gli esecutori furono tutti soldati tedeschi, perchè non si fidavano abbastanza degli italiani, molti dei quali, infatti, tentarono di ostacolare l'azione delle truppe tedesche e alcuni, a rischio della propria vita,  riuscendo a nascondere ebrei in appartamenti sicuri.
Voglio condividere foto di alcuni delle centinaia di bambini deportati, dei quali non ne sopravvisse nessuno.











Centinaia di angeli innocenti furono strappati dalle braccia delle loro mamme oppure, stretti a loro, mandati a morire nei lager.
Erano tutti predestinati eppure furono ingannati fino alla fine, con un miserabile ricatto, perpetrato dal maggiore delle SS,
Herbert  Kappler.




Poco meno di un mese prima Kappler convocò nel proprio ufficio il rabbino capo della Comunità israelitica di Roma, Ugo Foà, e il suo presidente Dante Almansi, dicendo loro che voleva consegnati 50 chili d'oro, necessari per costruire nuove armi in Germania, in cambio della salvezza degli ebrei di Roma.
I cinquanta chili d'oro furono consegnati ma Kappler non mantenne la promessa ed il resto è storia.
Alle 5.30 del mattino, mentre  molti stavano ancora dormendo le SS iniziarono il rastrellamento porta a porta.
 Appena entravano negli appartamenti, per prima cosa tagliavano i fili del telefono, subito dopo ordinavano agli abitanti di scendere in strada, intontiti dal sonno, spesso in pigiama e in camicia da notte.
Soltanto pochi  riuscirono a fuggire, alcuni giovani scapparono attraverso i tetti.
  I vecchi e i malati stentavano a reggersi in piedi, i bambini piangevano.
 Le SS spintonavano bruscamente tutti, senza alcuna pietà, neppure per i bambini.
Alle urla  strazianti delle vittime  gli aguzzini restavano impassibili, alcuni erano anche violenti e compivano il loro macabro compito senza esternare alcun segno di umana pietà, piuttosto molti di loro mostrando compiacimento.
Come in un vecchio film riesco a vedere, con sofferta immaginazione, questi gruppi di esseri umani storditi, annichiliti, spintonati, picchiati, presi a calci da burattini senz'anima in divisa.
Uomini spogliati della loro dignità che non potevano più offrire il loro scudo protettivo alle mogli, madri dallo sguardo perso che non potevano più avvolgere i loro bambini nella calda sicurezza di un abbraccio.
Bambini terrorizzati che non potevano capire l'enormità della ferocia e della disumanità sotto cui le loro brevi vite stavano soffocando.

Papa Pio XII fu informato dei rastrellamenti e dalle fonti storiche risulta che non manifestò la sua indignazione e disapprovazione verso l'operato dlle SS, ma si macchiò di un colpevole silenzio.

Questi avvenimenti sono realmente accaduti e non è concepibile che ci siano i negazionisti dell'olocausto, contro l'opera di smantellamento della verità da parte di questi mistificatori, dobbiamo contrappore la commemorazione, dobbiamo porre l'informazione soprattutto rivolta ai giovani, nelle scuole, sugli orrori perpretati da uomini contro altri uomini.

"Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo" (Primo Levi)


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