venerdì 30 marzo 2012

Quando l'amore fugge via - decima puntata




Questo è un racconto di fantasia, ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.








Mie care lettrici, molte di voi scalpitano per seguitare a leggere di Fabiana, vi chiedo di avere pazienza, perchè per comprendere meglio le rispettive personalità di Fabiana e Sergio e i valori su cui si basano le loro esistenze,  dobbiamo risalire ai loro genitori e progenitori..
I genitori di Fabiana si conobbero ad una festa organizzata in casa da una loro vicina; la seconda guerra mondiale era finita pochi anni prima e c'era voglia di leggerezza e spensieratezza per esorcizzare i recenti disastri.
Il nonno paterno di Fabiana era morto da poco, e con i ragazzi, ormai tutti adulti,  qualcuna si era anche sposata, era rimasta, come punto di riferimento, l'anziana zia.
Il giovane Arnaldo era un bel ragazzo, snello e di statura media, carnagione olivastra, neri capelli folti, tagliati corti sulla nuca, come usava allora, occhi vivaci e neri, viso dai lineamenti perfetti, un sorriso che gli illuminava il volto, come se  si accendesse una lampadina  ad ogni sorriso!








Era un latin lover, certo a quei tempi e in quella zona dell'isola era difficile trovare ragazze libere di frequentare un uomo, ma lui riusciva a fare le sue conquiste.
Aveva appena girato la boa dei trenta anni e si trovò davanti ad una combinazione di matrimonio: il fratello maggiore, che faceva in un certo qual modo le veci del padre, gli propose il fidanzamento con una ragazza di famiglia benestante, i genitori sembravano dare il loro consenso.
Arnaldo non sapeva che aspetto avesse la ragazza, e quando si recò con il fratello per farne la conoscenza , rimase sconcertato.







 Era massiccia come un armadio, il tronco  tutto d'un pezzo, il viso era tondo come  luna piena, con occhi piccoli e color grigio topo.
Le labbra erano sottili e piccole, ombreggiate da una leggera peluria; quando rideva i denti storti e dallo smalto spento concludevano il poco allettante quadro.
Solitamente Arnaldo era un parlatore brillante, aveva sempre la battuta pronta, ma in quell'occasione rimase tutto il tempo muto come un pesce, creando un'atmosfera di imbarazzo.
Quando si accomiatarono era furioso con il fratello e gli disse chiaramente che non aveva intenzione di sposarsi per ritrovarsi a letto un armadio.
Il fratello obiettò che la famiglia viveva nell'agiatezza e tutti i beni sarebbero andati alla ragazza, dato che il figlio maschio era morto in guerra.
Loro, contrariamente, dopo le due  guerre mondiali, si erano ritrovati in uno stato di non agiatezza, poichè il padre, per mantenere la numerosa famiglia, dovette vendere le poche proprietà che la moglie aveva ereditato dal barone, in quanto nei periodi di guerra, si sa, le persone oneste ne escono impoverite, e i disonesti invece speculano e si arricchiscono.







Arnaldo gli chiese del tempo per riflettere; una settimana dopo, ad una festa a casa di amici, conobbe due ragazze,  appartenenti ad una famiglia che abitava vicino casa sua.
Spesso aveva sentito la zia lodare quella famiglia, l'irreprensibilità e laboriosità della madre, che, all'inizio della seconda guerra, si era ritrovata sola, poichè la nave su cui lavorava il marito era stata catturata dagli americani, i componenti dell'equipaggio requisiti e condotti in Messico, dove furono  obbligati a rimanervi per sette anni come prigionieri civili.
Rimasta senza soldi e senza la protezione di un marito, la donna chiese ai suoi genitori di venire a stare con lei e i bambini, a poco a poco cedette per meno del loro valore tutti i gioielli di famiglia  e, finiti quelli, iniziò a cucire per gli altri e  addirittura imparò a fare zoccoli di legno che vendeva dietro richiesta.
Aveva quattro figli da sfamare, tre femmine e un maschio vivace e sempre affamato.
Le figlie, che la zia chiamava "bambine", erano un esempio di grazia e virtù.
Quando gli furono presentate le due ragazze, Arnaldo capì di chi si trattava e pensò "Bambine..altro che bambine!"
 Avevano una diciassette e l'altra diciannove anni, ma quella che fece subito vibrare le corde del suo cuore fu la diciassettenne Maria Elena.
Di statura media, magra e flessuosa, si poteva intuire dagli abiti la vita sottile e la linea appena morbida dei fianchi,  aveva una carnagione chiara e luminosa, vivaci occhi castani, labbra disegnate a cuore e un sorriso disarmante.










Il pensiero di Arnaldo andò all'armadio che gli era stato promesso..e fu preso dallo sconforto..optare per il benessere economico o per la gioia del cuore?
Scelse l'amore... e tre anni dopo sposò la donna che lo avrebbe accompagnato lungo il percorso non facile della vita  e che gli avrebbe dato tre figlie... l'ultima nata era Fabiana.







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mercoledì 28 marzo 2012

Quando l'amore fugge via - nona puntata






Questo è un racconto di fantasia, ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.





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La ragazza, appena quindicenne, aveva sentito parlare  suo padre ed altri parenti di questo affascinate e colto giovane che l'aveva tenuta a battesimo, sapeva anche della frase detta da lui al momento della funzione, e da anni fantasticava sul suo aspetto, sulla sua intelligenza, si chiedeva se mai l'avrebbe conosciuto, dato che lui, per lavoro, si spostava da una città all'altra, sempre più lontano.
Quel giorno, quando vide entrare a casa suo padre accompagnato da un uomo ancora giovane, affascinante, dallo sguardo acuto, capì che era lui.
Era alto e magro, i capelli di un bel biondo-scuro, gli occhi di un marrone cangiante, il viso dai lineamenti regolari, il sorriso seducente.
Agli occhi dell'uomo  si presentò una ragazza piccola di statura ma deliziosamente proporzionata, con bellissimi capelli castani, raccolti  sulla nuca, gli occhi neri e fondi, il viso appena paffuto, che ne denotava la giovanissima età , un sorriso fantastico che le illuminava il viso.






Si piacquero all'istante, si innamorarono prima che il pranzo finisse; al momento del commiato si guardarono con ardore negli occhi,  lui le strinse forte la mano  e lei sentì un calore pervaderla.
Sapevano che dovevano rivedersi, il problema era come fare: lui due giorni dopo doveva tornare al lavoro nella città a duecento chilometri di distanza, lei era sempre in compagnia della sua vecchia balia, che dopo la morte della madre ne aveva preso amorevolmente il posto, ed ora era assurta al ruolo di dama di compagnia.
Il giorno seguente il giovane si ripresentò con la motivazione di fare un omaggio alla dolce figlioccia.
Il barone era fuori, quindi lo accolsero la ragazza e la vecchia balia, posizionarono l'omaggio floreale in un vaso di cristallo, che esaltava quel tripudio di colori,  in perfetta assonanza con il giubilo di emozioni nei loro cuori.







Quando la dama di compagnia si allontanò per prendere qualcosa da offrire al giovane, i due si strinsero le mani nervosamente, lei aveva le guance in fiamme e taceva, fu lui a parlare : "Sono pazzo di te! Voglio sposarti!"
Sei mesi dopo, nonostante la giovanissima età della ragazza, nonostante la differenza d'età tra i due innamorati, validi motivi per l' opposizione da parte del barone,  che poi dovette ritirare dinanzi alla minaccia di suicidarsi dell'adorata figlia, i due si sposavano, suscitando  soffuse chiacchiere e disapprovazioni tra la buona borghesia e piccola nobiltà della città.







Terenzio, il marito, amava ardentemente quella moglie bambina, era estasiato dalla sua vivacità, dalla parlantina sciolta, ovunque andassero, al teatro, dal fioraio, dalla modista, era il carattere brillante di Fiorenza, la moglie, a conquistare tutti.
La passione con cui la amava produsse i suoi frutti, tanti frutti, la povera ragazza da subito dopo il matrimonio si ritrovò quasi sempre incinta, con il numero dei pargoli che aumentava.
Provvidenzialmente venne a stare da loro l'unica sorella di Terenzio, rimasta sola dopo la morte dei genitori. Vivace e ciarliera come la cognata, si fece accettare subito, e le due donne andarono sempre d'accordo.
Cucinavano insieme, crescevano insieme i bambini, uscivano insieme, facevano tutto in perfetto accordo, ciò alleggerì molto il peso delle responsabilità sulla giovane Fiorenza, anche perchè il marito era tutto il giorno fuori per lavoro e tornava la sera per la cena.








 Fiorenza forse aveva ereditato, in forma meno grave, la malformazione al cuore della madre, perchè  al decimo parto, con il bambino  morto alla nascita, morì anche lei, il giorno dopo, per collasso cardiocircolatorio; non aveva ancora trent'anni.
Lasciò nove figli di cui la maggior parte ancora piccoli, spaesati nel non vedere più la loro bella e gioviale madre, preoccupati per le scene di disperazione a cui si lasciò andare il padre, solitamente sempre calmo e controllato.
Alla morte della moglie, che lui adorava, Terenzio si chiuse nel suo dolore, e per un pò sembrò disinteressarsi dei figli;







 fu la sorella a scrollarlo da quel doloroso torpore e a ricordargli i suoi doveri
di padre.
L'ultima promozione sul lavoro lo condusse, con tutta la famiglia, in una piccola città della Sicilia, dove uno dei suoi figli minori, avrebbe incontrato la donna della sua vita, e dal loro matrimonio sarebbero nate tre figlie... l'ultima nata era Fabiana.
Ma di questo amore ve ne parlerò la prossima puntata...



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domenica 25 marzo 2012

Quando l'amore fugge via - ottava puntata

Questo è un racconto di fantasia, ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.




Cari amici, non avrei immaginato di arrivare all'ottava puntava, grazie per l'attenzione e la costanza con cui mi seguite.
Questo post è dedicato alle origini, alle radici, al processo educativo svolto da genitori e progenitori che incidono sulla formazione ed evoluzione delle nuove generazioni.
Fabiana e Sergio erano il prodotto  di due diverse tipologie di antenati, nelle loro personalità confluivano fili intrecciati ed intessuti di emozioni, avvenimenti, situazioni, diramazioni, di una moltitudine di consanguinei.
Come in un romanzo dell'ottocento, si snoda la storia della famiglia di origine del padre di Fabiana.
Suo padre era nato in una benestante, numerosa, come usava allora, famiglia, lui faceva parte dell'ultimo gruppo della nidiata..in tutto erano nove  figli,  cinque  femmine e   quattro maschi.




Con loro abitava una zia, sorella del padre, che da bambina era rimasta cieca da un occhio, a causa di una pietra che le aveva tirato un monello di strada, con cui lei forse aveva litigato...
Probabilmente a causa di questo piccolo difetto non si era mai sposata, la verità non si era mai saputa...
I nonni paterni di Fabiana avevano una differenza di età notevole, ben ventidue anni, eppure la moglie morirà giovane, parecchi anni prima del marito, lasciando la numerosa prole alle amorevoli
  cure  della zia paterna.
 Il nonno conobbe quella che sarebbe diventata la sua futura moglie, la madre dei suoi figli, quando era ancora in fasce, poiché lui,  giovane impiegato con studi liceali, e con la prospettiva di una luminosa carriera, era amico di vecchia data  del padre della neonata.




Questi era un ricco possidente, figlio di una donna aristocratica, infatti veniva chiamato, impropriamente, barone Divona,  a cui piaceva frequentare  belle donne...vizio costoso che, insieme alla vita lussuosa che amava condurre, lo porterà negli anni della maturità a ritrovarsi in ristrettezze
economiche. 






Quando nacque la sua unica figlia ( la moglie morirà, già stremata dal parto, qualche anno dopo, a causa di una malformazione al cuore) chiese al suo giovane amico di fare da padrino di battesimo alla figlioletta e questi accettò volentieri.
Il giorno della cerimonia, il giovane padrino, osservando la bimba avvolta tra pizzi e merletti, esclamò commosso: "Che meravigliosa bambina! Quando sarà in età da matrimonio la sposerò!"






Tutti i presenti alla cerimonia risero divertiti, non immaginando che, quindici anni dopo, sarebbe successo davvero...
Il giovane negli anni a seguire ebbe promozioni sul lavoro, che lo portarono a spostarsi, di volta in volta, in città diverse, quindi perse i contatti con la famiglia della bambina tenuta a battesimo.
Diversi anni dopo, durante un congedo dal lavoro per ferie, i due amici si incontrarono ad un circolo culturale e il barone Divona, ormai vedovo e con una figlia cresciuta, lo invitò a pranzo a casa sua.
E quel pranzo fu galeotto perché l'incontro tra la fresca e bellissima ragazza e il giovane, affascinante uomo che aveva abbondantemente superato la trentina, scatenò una vera tempesta di emozioni nei loro cuori!






Si dice che tutto nasca dal caos..e quindi anche dalla tempesta...il seguito lo leggerete alla prossima...





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sabato 24 marzo 2012

Quando l'amore fugge via- settima puntata




Questo è un racconto di fantasia, qualsiasi riferimento a fatti e persone è puramente casuale.











"Un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla".
Con questa dolorosa frase di Cesare Pavese, sulla fragilità e drammaticità umana dell'amore finito, apro questa puntata.


L'amore finito, l'amore fuggito chissà dove, l'amore il cui ricordo pesa come un macigno sul cuore.
L'amore svanito, l'amore cancellato, l'amore lasciato chissà in quale parte dell'universo,l'amore sconfitto.
E si è persi nella consapevolezza di essere impoveriti, di essere inermi e nudi, come nella frase di Pavese, davanti all'ineluttabile verità: l'amore è finito.





Fabiana dovette ammettere tale realtà, e spesso, nei rari momenti in cui il bambino non era con lei, si ritrovava seduta con la testa tra le mani, e ascoltava la sua voce atona che ripeteva: il nostro amore è morto..il nostro amore è morto..
Pur nell'agonia degli ultimi mesi, qualcosa dentro di lei alitava ancora un barlume di speranza..ma alla fine non poteva continuare ad illudersi: tra lei e Sergio non c'era più amore.
E ciò che provò la sorprese e la fece gemere di sofferenza: provò pietà..per la fine di quell'amore che tempo prima l'aveva fatta sentire forte e in elevata armonia con il mondo.
Per quell'amore che l'aveva permeata di serenità, che la coglieva nella stupita ammirazione dei suoi pensieri d'amore, che la faceva commuovere per la sua intensità.





Nei momenti di solitudine pianse tutte le lacrime di cui era capace, rendendosi conto che non poteva liberamente dare sfogo alla sua disperazione, perchè doveva mostrarsi quieta e sorridente con il suo bambino, impassibile con Sergio e..con i suoi familiari doveva fingere che il suo matrimonio era..sereno-variabile!
Le sue sorelle dovevano aver capito qualcosa perchè, nelle riunioni familiari, lei scorgeva i loro sguardi preoccupati cercare il suo..sfuggente.
Rispettavano la sua riservatezza e non le facevano domande, ma, come le avrebbero rivelato dopo, avevano "letto" la sofferenza nel suo sguardo.





La sua reazione nei giorni a venire fu di rabbia espressa nei confronti del marito..sarebbe stato più salutare il distacco, ma dal momento che, per il bene del bambino, che voleva i genitori vicini,ciò non era possibile, sfogò la sua disperazione contro Sergio.
Aveva elaborato il lutto, la perdita dell'amore, era consapevole che il maggior responsabile fosse Sergio, per logica conseguenza si mostrò con lui fredda, sferzante, sottilmente polemica.
Lui ormai sembrava non vederla più, perso nella stordita eccitazione della nuova passione...
Lui aveva nel cuore delle note accordate sulla gioia e su nuove emozioni, note insopportabilmente stonate sul blues per Fabiana.


Era proprio questa la triste realtà: loro, da un pezzo, ormai, non condividevano più le stesse note musicali, i loro dialoghi erano dissonanti, le loro anime emettevano musica stridente!



Come può un amore che in quanto tale ci appare con l'aura dell'immortalità e della perfezione, essere così fragile nella sua misera finitezza?
Forse la risposta a tale domanda la può dare la frase che citerò per chiudere questa puntata:
Cessare d'amare: ecco una prova sensibile che l'uomo è imperfetto e che il cuore ha i suoi limiti.(Jean de La Bruyère)







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domenica 18 marzo 2012

Quando l'amore fugge via - Sesta puntata


Questo è un racconto di fantasia, ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.







Dopo la scoperta dei messaggi sul cellulare di Sergio la situazione tra loro peggiorò rovinosamente.
Sergio la sera usciva senza dirle dove andava e si ritirava tardi, sempre più tardi.
Una sera che Fabiana si lamentò del suo comportamento, la sua risposta secca fu "Se ti sta bene è così, sennò lì c'è la porta, accomodati."





Fu una doccia gelata quella risposta aspra, accompagnata da uno sguardo freddo che le gelò il sangue nelle vene.
Era arrivato a tal punto il suo rancore, era arrivato al confine del non ritorno?
Rancore.. per le sue richieste accorate al senso di responsabilità, per le preghiere di concedere le giuste attenzioni alla famiglia, per le rivendicazioni della priorità dei doveri di marito e padre!






Priorità dei doveri..il nodo della questione era tutto lì..in quell'assioma che doveva essere il punto di partenza dei due principali componenti di una famiglia.
Ovvero del marito e della moglie, ovvero del padre e della madre.





Sergio, dovette appurarlo presto Fabiana, scalpitava davanti a qualsiasi responsabilità.
Era un inguaribile immaturo, abituato ad essere esonerato da qualsiasi impegno, da ogni forma di obbligo o dovere nella sua famiglia.
Era votato all'eterna fanciullesca irresponsabilità, tollerata, se non incoraggiata dai suoi genitori, che, davanti alle rimostranze precedentemente mostrate da Fabiana, rispondevano sempre con parole di giustificazione nei confronti del figlio, se non addirittura di fastidio verso le esternazioni di Fabiana.




Al cantiere il punto di forza era il padre, che, pur essendo in là con gli anni, era l'unico a recarvisi presto la mattina, per controllare il lavoro degli operai, per effettuare ordini, pagamenti e tutto ciò che concerneva l'attività lavorativa.
Dei due figli l'unico che lo affiancava, ma con comodità, era il fratello di Sergio, quest'ultimo, invece, presenziava solo qualche ora la mattina ed occasionalmente nel pomeriggio, per dare una pallida motivazione dello stipendio che percepiva.
Il fratello, da sempre, aveva avuto un forte ascendente su di lui, essendo dei due, quello con più personalità e più astuzia.
Consapevole della scarsa attitudine al lavoro di Sergio, ne tollerava l'indolenza, rafforzando, di contro, la sua ingerenza nella vita privata del fratello e di Fabiana.
Inoltre, da quando era nato il bambino, certo non per volere di Sergio, ma per profonda esigenza di Fabiana, la sua figura aveva assunto, agli occhi del padre, dei connotati quasi eroici di prosecutore della stirpe!!




Eroe..dell'egoismo, dell'irresponsabilità, dell'arroganza, della pusillanimità, delle lacune...
Come affermato acutamente dalla scrittrice Erica Jong,le persone di poco carattere conoscono solo due comportamenti: o disprezzo o servilismo.
Sergio adesso mostrava disprezzo nei confronti di Fabiana, servilismo nei confronti di chi gli dava le risorse per sfuggire alle sue rivendicazioni, ovvero il fratello-mentore e la donna con cui aveva la storia clandestina.









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mercoledì 14 marzo 2012

Quando l'amore fugge via - Quinta puntata

-Questo è un racconto di fantasia, ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.-










Quando Fabiana e Sergio si conobbero erano tutti e due impegnati, si erano trovati a frequentare lo stesso giro di persone casualmente.
Spesso il sabato sera uscivano in gruppo, per lo più erano tutte coppie, trascorrevano la serata insieme al ristorante o in un pub, poi magari durante la settimana non si vedevano più.




Tra le coppie che facevano parte della compagnia quella di Sergio e della fidanzata era quella che piaceva meno a Fabiana; le sembrava male assortita.
Lui era un bell' uomo, molto curato, misurato nei modi,spesso stava in silenzio ad ascoltare.
La sua fidanzata era non bella ma vistosa, i capelli troppo neri e vaporosi, il viso troppo truccato, il modo quasi esagitato di conversare e ridere, spesso interrompeva Sergio quando era lui a parlare, introducendosi con una battuta fuori luogo, o peggio ancora, mettendo in ridicolo quello che lui diceva.






Lui sorrideva imbarazzato e Fabiana si interrogava sul perchè le permettesse di comportarsi in quel modo, mettendolo  a disagio davanti agli altri.
Lei era una ricca ragazza viziata, studiava all'università, o fingeva di studiare, da una vita, e non si poneva neppure il problema di arrivare al traguardo, ovvero alla laurea.
Per Fabiana, la cui famiglia non era certo ricca, completare in regola con i tempi gli studi e iniziare ad insegnare era stato un impegno prioritario.
Inoltre nella sua famiglia, il senso del dovere era tra le prime regole che venivano trasmesse, soprattutto con l'esempio.
Eppure quella donna, pur non essendo un esempio di volontà ed impegno, faceva dell'umorismo sulla presunta indolenza del fidanzato, ovvero Sergio, evidenziando il fatto che lui, più che lavorare nel cantiere di famiglia, usufruiva dei guadagni, per spenderli spensieratamente(come le avrebbe dato amaramente ragione, in futuro, Fabiana!).







L'impressione avvertita da Fabiana era che tra i due, lui fosse l'innamorato che subiva e che lei si fosse già stancata della loro relazione.
La sua sensazione non si mostrò sbagliata, perchè circa sei mesi dopo, da quando Fabiana li conosceva, i due si lasciarono, o meglio, Sergio fu lasciato per un altro uomo.
Ben presto anche Fabiana si ritrovò da sola perchè le incomprensioni tra lei ed il suo fidanzato di allora divennero inconciliabili e...incontrarsi per caso, una sera, lei e Sergio, vedersi sotto una luce diversa, frequentarsi per volontà reciproca, fu semplicissimo!
Avevano in comune la necessità di dimenticare, avevano entrambi voglia di leggerezza, desiderio di rivelarsi vicendevolmente; decisero quindi di prendersi per mano ed accompagnarsi nella delicata fase della sofferenza da distacco, scoprendosi pian piano pronti per un nuova alba dell'amore.






Quando la loro frequentazione evolse in relazione, Sergio volle farle conoscere il fratello e la cognata, si incontrarono una sera ad una cena, e la prima sensazione di Fabiana non fu positiva.
Pur essendo gemelli non avrebbero potuto essere più diversi,sia fisicamente che caratterialmente.
Sergio era bruno con gli occhi neri, intensi, il fratello biondo con degli strani occhi dal colore della birra vista in trasparenza.
Calmo e pacato Sergio, vivace e gioviale il fratello, ma di una verve che dava a Fabiana una sensazione di disagio.
Ebbe inoltre una impressione non gradevole, ovvero che Sergio fosse, in un certo qual modo, assoggettato alla personalità disinvolta e brillante del fratello, impressione che Fabiana si impose di estromettere dalla sua mente.
In seguito sarebbe riandata con la mente, spesso, desolatamente, a quella sua sensazione "a pelle" che avrebbe dovuto suonarle come un primo campanello di allarme.










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venerdì 9 marzo 2012

Quando l'amore fugge via - Quarta puntata


Siete pronte per la quarta puntata? Si??? Siate brave e commentate, please!
(Questo è un racconto di pura fantasia, ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale)





Equilibrio precario..già, il loro menage oramai scorreva su una superficie accidentata!
Dopo anni di recriminazioni, discussioni, delusioni, quell'ultima lite, seguita dalla minaccia di Sergio, segnò un vero spartiacque, ovvero ci fu un prima e un dopo.
Prima si arrabattavano a fare andare alla meno peggio quel matrimonio, ancora dentro di loro c'era un'eco sbiadita dell'amore che li aveva uniti..ma quella sera ci fu il trionfo del rancore..e quando il rancore trionfa, l'amore fugge...





Quella sera c'era una riunione molto importante al circolo culturale, significativamente rilevante per Sergio, a cui sarebbe seguita cena di gala con le mogli.
Sergio ovviamente riteneva essenziale la presenza di Fabiana al suo fianco, in considerazione del fatto che ci sarebbero state TUTTE le mogli.
Dal suo punto di vista Fabiana riteneva ipocrita presenziare a quella cena, lei aveva da subito disapprovato l'adesione del marito a tale "congrega", inizialmente in maniera più lieve ed ironica, in seguito sempre più caustica.
Le continue riunioni e trasferte del marito lo portavano spesso ad assentarsi da casa anche per più giorni, oltre a dover affrontare spese in un periodo in cui il cantiere di famiglia era in difficoltà.
Sergio la invitò insistentemente ad accompagnarlo; al diniego netto e protratto di Fabiana esordì con quella frase piena di livore.






Dopo quella sera, il comportamento di Sergio nei suoi confronti, fu freddo e distante, nei suoi occhi, le rare volte che i loro sguardi si incrociavano, c'era rancore e disprezzo.
Fabiana dentro di sè fremeva di indignazione davanti all'evidenza che, per suo marito, era più importante la forma e la sembianza in un ambito estraneo, piuttosto che la serenità e la complice condivisione in famiglia.









Nonostante ciò il giorno del suo compleanno Fabiana, approfittando del fatto che il bambino fosse in piscina, gli chiese di trascorrere una serata fuori, loro due soli, era una velata richiesta di una cena romantica.
Sergio le rispose in maniera sprezzante, definendola patetica e visionaria.
Fabiana insistette, lo pregò di mettere da parte le incomprensioni e i rancori, di provare a trascorrere una serata insieme, cercando di recuperare una sintonia tra loro.
Fu irremovibile e in più le comunicò che quella sera lui aveva già preso impegni e cenava fuori, anzi, le disse, stava già per uscire e sarebbe tornato tardi.
Fabiana con gli occhi lucidi e le labbra tremanti si fermò a guardarlo negli occhi, dicendogli che, se lui avesse varcato la soglia di casa, l'atteggiamento da parte sua sarebbe irrimediabilmente cambiato.








Lui sorridendo le rispose in maniera insolente, si girò ed uscì, sbattendo la porta.
Fabiana sentì il vento del deserto prosciugarle l'anima, si diresse come un'automa in cucina, si lasciò cadere su una sedia, abbandonò le braccia sul tavolo e poggiandovi sopra la testa iniziò a singhiozzare.









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