venerdì 30 marzo 2012

Quando l'amore fugge via - decima puntata




Questo è un racconto di fantasia, ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.








Mie care lettrici, molte di voi scalpitano per seguitare a leggere di Fabiana, vi chiedo di avere pazienza, perchè per comprendere meglio le rispettive personalità di Fabiana e Sergio e i valori su cui si basano le loro esistenze,  dobbiamo risalire ai loro genitori e progenitori..
I genitori di Fabiana si conobbero ad una festa organizzata in casa da una loro vicina; la seconda guerra mondiale era finita pochi anni prima e c'era voglia di leggerezza e spensieratezza per esorcizzare i recenti disastri.
Il nonno paterno di Fabiana era morto da poco, e con i ragazzi, ormai tutti adulti,  qualcuna si era anche sposata, era rimasta, come punto di riferimento, l'anziana zia.
Il giovane Arnaldo era un bel ragazzo, snello e di statura media, carnagione olivastra, neri capelli folti, tagliati corti sulla nuca, come usava allora, occhi vivaci e neri, viso dai lineamenti perfetti, un sorriso che gli illuminava il volto, come se  si accendesse una lampadina  ad ogni sorriso!








Era un latin lover, certo a quei tempi e in quella zona dell'isola era difficile trovare ragazze libere di frequentare un uomo, ma lui riusciva a fare le sue conquiste.
Aveva appena girato la boa dei trenta anni e si trovò davanti ad una combinazione di matrimonio: il fratello maggiore, che faceva in un certo qual modo le veci del padre, gli propose il fidanzamento con una ragazza di famiglia benestante, i genitori sembravano dare il loro consenso.
Arnaldo non sapeva che aspetto avesse la ragazza, e quando si recò con il fratello per farne la conoscenza , rimase sconcertato.







 Era massiccia come un armadio, il tronco  tutto d'un pezzo, il viso era tondo come  luna piena, con occhi piccoli e color grigio topo.
Le labbra erano sottili e piccole, ombreggiate da una leggera peluria; quando rideva i denti storti e dallo smalto spento concludevano il poco allettante quadro.
Solitamente Arnaldo era un parlatore brillante, aveva sempre la battuta pronta, ma in quell'occasione rimase tutto il tempo muto come un pesce, creando un'atmosfera di imbarazzo.
Quando si accomiatarono era furioso con il fratello e gli disse chiaramente che non aveva intenzione di sposarsi per ritrovarsi a letto un armadio.
Il fratello obiettò che la famiglia viveva nell'agiatezza e tutti i beni sarebbero andati alla ragazza, dato che il figlio maschio era morto in guerra.
Loro, contrariamente, dopo le due  guerre mondiali, si erano ritrovati in uno stato di non agiatezza, poichè il padre, per mantenere la numerosa famiglia, dovette vendere le poche proprietà che la moglie aveva ereditato dal barone, in quanto nei periodi di guerra, si sa, le persone oneste ne escono impoverite, e i disonesti invece speculano e si arricchiscono.







Arnaldo gli chiese del tempo per riflettere; una settimana dopo, ad una festa a casa di amici, conobbe due ragazze,  appartenenti ad una famiglia che abitava vicino casa sua.
Spesso aveva sentito la zia lodare quella famiglia, l'irreprensibilità e laboriosità della madre, che, all'inizio della seconda guerra, si era ritrovata sola, poichè la nave su cui lavorava il marito era stata catturata dagli americani, i componenti dell'equipaggio requisiti e condotti in Messico, dove furono  obbligati a rimanervi per sette anni come prigionieri civili.
Rimasta senza soldi e senza la protezione di un marito, la donna chiese ai suoi genitori di venire a stare con lei e i bambini, a poco a poco cedette per meno del loro valore tutti i gioielli di famiglia  e, finiti quelli, iniziò a cucire per gli altri e  addirittura imparò a fare zoccoli di legno che vendeva dietro richiesta.
Aveva quattro figli da sfamare, tre femmine e un maschio vivace e sempre affamato.
Le figlie, che la zia chiamava "bambine", erano un esempio di grazia e virtù.
Quando gli furono presentate le due ragazze, Arnaldo capì di chi si trattava e pensò "Bambine..altro che bambine!"
 Avevano una diciassette e l'altra diciannove anni, ma quella che fece subito vibrare le corde del suo cuore fu la diciassettenne Maria Elena.
Di statura media, magra e flessuosa, si poteva intuire dagli abiti la vita sottile e la linea appena morbida dei fianchi,  aveva una carnagione chiara e luminosa, vivaci occhi castani, labbra disegnate a cuore e un sorriso disarmante.










Il pensiero di Arnaldo andò all'armadio che gli era stato promesso..e fu preso dallo sconforto..optare per il benessere economico o per la gioia del cuore?
Scelse l'amore... e tre anni dopo sposò la donna che lo avrebbe accompagnato lungo il percorso non facile della vita  e che gli avrebbe dato tre figlie... l'ultima nata era Fabiana.







Protected by Copyscape Online Infringement Detector

3 commenti:

  1. mi sono commossa tutto bello e toccante.

    RispondiElimina
  2. eh anche a me due brividetti sono spuntati specialmente nel finale quando finalmente ho capito di chi si trattava...

    RispondiElimina
  3. Complimenti Lorena, ci stai facendo anche degli affreschi delle epoche precedenti niente male, e la storia si fa sempre più bella e interessante.....ciao Anna

    RispondiElimina