sabato 24 marzo 2012

Quando l'amore fugge via- settima puntata




Questo è un racconto di fantasia, qualsiasi riferimento a fatti e persone è puramente casuale.











"Un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla".
Con questa dolorosa frase di Cesare Pavese, sulla fragilità e drammaticità umana dell'amore finito, apro questa puntata.


L'amore finito, l'amore fuggito chissà dove, l'amore il cui ricordo pesa come un macigno sul cuore.
L'amore svanito, l'amore cancellato, l'amore lasciato chissà in quale parte dell'universo,l'amore sconfitto.
E si è persi nella consapevolezza di essere impoveriti, di essere inermi e nudi, come nella frase di Pavese, davanti all'ineluttabile verità: l'amore è finito.





Fabiana dovette ammettere tale realtà, e spesso, nei rari momenti in cui il bambino non era con lei, si ritrovava seduta con la testa tra le mani, e ascoltava la sua voce atona che ripeteva: il nostro amore è morto..il nostro amore è morto..
Pur nell'agonia degli ultimi mesi, qualcosa dentro di lei alitava ancora un barlume di speranza..ma alla fine non poteva continuare ad illudersi: tra lei e Sergio non c'era più amore.
E ciò che provò la sorprese e la fece gemere di sofferenza: provò pietà..per la fine di quell'amore che tempo prima l'aveva fatta sentire forte e in elevata armonia con il mondo.
Per quell'amore che l'aveva permeata di serenità, che la coglieva nella stupita ammirazione dei suoi pensieri d'amore, che la faceva commuovere per la sua intensità.





Nei momenti di solitudine pianse tutte le lacrime di cui era capace, rendendosi conto che non poteva liberamente dare sfogo alla sua disperazione, perchè doveva mostrarsi quieta e sorridente con il suo bambino, impassibile con Sergio e..con i suoi familiari doveva fingere che il suo matrimonio era..sereno-variabile!
Le sue sorelle dovevano aver capito qualcosa perchè, nelle riunioni familiari, lei scorgeva i loro sguardi preoccupati cercare il suo..sfuggente.
Rispettavano la sua riservatezza e non le facevano domande, ma, come le avrebbero rivelato dopo, avevano "letto" la sofferenza nel suo sguardo.





La sua reazione nei giorni a venire fu di rabbia espressa nei confronti del marito..sarebbe stato più salutare il distacco, ma dal momento che, per il bene del bambino, che voleva i genitori vicini,ciò non era possibile, sfogò la sua disperazione contro Sergio.
Aveva elaborato il lutto, la perdita dell'amore, era consapevole che il maggior responsabile fosse Sergio, per logica conseguenza si mostrò con lui fredda, sferzante, sottilmente polemica.
Lui ormai sembrava non vederla più, perso nella stordita eccitazione della nuova passione...
Lui aveva nel cuore delle note accordate sulla gioia e su nuove emozioni, note insopportabilmente stonate sul blues per Fabiana.


Era proprio questa la triste realtà: loro, da un pezzo, ormai, non condividevano più le stesse note musicali, i loro dialoghi erano dissonanti, le loro anime emettevano musica stridente!



Come può un amore che in quanto tale ci appare con l'aura dell'immortalità e della perfezione, essere così fragile nella sua misera finitezza?
Forse la risposta a tale domanda la può dare la frase che citerò per chiudere questa puntata:
Cessare d'amare: ecco una prova sensibile che l'uomo è imperfetto e che il cuore ha i suoi limiti.(Jean de La Bruyère)







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3 commenti:

  1. sempre più bello e prezioso.come sempre immagini bellissimi aspetto l'ottava puntata brava.

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  2. e che limiti...ah se si potesse amae e semplicemente essere riamati...se fosse possibile unire all' unisono due cuori per sempre...purtroppo la maggior parte delle volte l' amore è un concerto solitario di emozioni discordanti....

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