martedì 3 aprile 2012

Quando l'amore fugge via - dodicesima puntata

Questo è un racconto di fantasia, ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale.












I mesi scorrevano sul fiume della crisi che lo ingrossava sempre più...tra Fabiana e Sergio, ciò che prima era una guerra fredda adesso era un conflitto aperto e manifesto.
Gli unici sentimenti che reciprocamente provavano erano frustrazione, rabbia, rancore..e.. "quando il rancore trionfa l'amore fugge via."
Al di là delle aspettative di cui aveva caricato la loro storia d'amore, Fabiana aveva fin dall'inizio del matrimonio, sacrificato una parte di sè per adeguarsi al ruolo di moglie, preteso da Sergio, che dimostrò da subito di voler imporre la sua personalità egoista e le sue esigenze.
Dal momento della nascita del bambino, Fabiana si era vista addossate tutte le responsabilità del menage familiare.






Si rese conto che il comportamento di Sergio era il retaggio dell'impostazione patriarcale tramandata dalla sua famiglia, retaggio duro a morire nella mentalità di molti uomini del sud.
Fabiana aveva insito il senso del dovere trasmessole geneticamente e con l'esempio, dalle donne della sua famiglia di origine, e se da un lato non voleva sottrarsi alle sue responsabilità di moglie e di madre, dall'altro esigeva altrettanto impegno da parte del marito.
Perchè lei doveva sacrificarsi per far funzionare la famiglia mentre il marito sembrava reticente a qualsiasi forma di collaborazione e interessamento?
Sergio non avrebbe mai dovuto sposarsi nè tantomeno fare un figlio, era questa la consapevolezza a cui era tristemente giunta Fabiana.
I mesi scorrevano ed era arrivata l'estate, Fabiana e il bambino erano liberi dagli impegni scolastici e, come tutte le estati, andarono al mare, al lido che condividevano con le sorelle di Fabiana e i rispettivi figli.







Per lei era un conforto vedere il bambino giocare, divertirsi  e nuotare con gli amici che ritrovava ogni estate e,  poter raccontare finalmente tutto alle sue sorelle, fu un balsamo per il suo cuore torturato.






Si abbandonò ai loro sguardi, dolorosamente, amorevolmente attenti alla sua accorata esposizione degli avvenimenti vissuti, subiti in solitudine da  troppo tempo...il suo fu un emotivo e sofferto monologo... di Ofelia.







L'amore delle sorelle la aiutarono a liberarsi dai fardelli che le pesavano come macigni sul cuore, finalmente se ne alleggerì e, diversamente dall'eroina di Shakespeare, salvò la sua anima e annegò tutti i torti e le ingiustizie subite nel mare di lacrime che lasciò scorrere dagli occhi.


3 commenti:

  1. eh destino ingrato comune a molte donne il dolore per un amore che finisce e il senso di impotenza....viene voglia di gridare...su Fabiana che ti sorrideranno tempi migliori...

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  2. in nome di un amore vero fatto di cuore contro la cialtroneria di un uomo vuoto.Bellissimo.

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  3. Oh..ma sento che questa Fabiana ce la farà...bello sempre più coinvolgente...Buona Pasqua Lorena a te e a tutta la tua famiglia! Bacio Anna

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