giovedì 7 novembre 2013

Wendina - L'indomita panterina - Ottava puntata














Dopo la morte di Milly continuammo la convivenza con le due gatte che non si soffrivano, da quando Wendy era entrata nella nostra vita erano passati diversi anni ed erano successe tante cose, Natalia ormai era una signorina e aveva anche un ragazzo, aveva nuovi amici, nuovi interessi.

Non direi che trascurasse le sue amiche feline ma certamente il tempo da dedicare a loro si era contratto, era anche cambiato il modo di rapportarsi a loro.

Nel cortile del nuovo condominio si accorse subito che c’erano dei gatti a cui qualcuno portava del cibo, ed ovviamente contribuì scendendovi regolarmente cibo e concedendo carezze ed attenzioni anche a questi inquilini “abusivi”.

Nacque una tacita alleanza con la famiglia che si prendeva cura dei gatti del cortile e una guerra fredda con la maggior parte degli inquilini che non tolleravano la presenza dei gatti, lamentandosi che sporcavano e spaventavano i bambini.

Ovviamente in primavera ci fu una cucciolata e Natalia con il fiuto che la contraddistingueva scovò subito il luogo dove mamma gatta aveva nascosto la cucciolata.

Con l’immediata empatia che si instaurava tra lei ed i gatti, la mamma dei gattini concedeva a lei sola di avvicinarsi, di accarezzarli, di prenderli in mano.

A tal proposito vorrei aprire una parentesi e dire di come io ammiri mia figlia per l’amore profondo, incondizionato, tenace che prova per gli animali e soprattutto per i gatti.

Questa è una cosa che non le ho mai detto, forse per pudore, ma io avrei voluto avere la costanza del suo amore per gli animali e la sua forza nel difendere questo suo sentimento, contro tutte le critiche che le sono state spesso sollevate e le lotte che ha dovuto affrontare in più occasioni in loro difesa.
 
Natalia ama gli animali di un amore vero e puro, senza secondi fini, senza interesse di alcun tipo, senza smanie di protagonismo.

Lei mette la sua persona a disposizione di questo legame innato e loro, gli animali, lo sentono immediatamente.

Non c’è cane intrattabile o gatto ringhioso che non si inchini davanti al suo amore in attesa di affetto e coccole.

Fin da piccolissima, quando la portavo con me a fare delle passeggiate, se c’era un cancello con dietro un cane enorme che abbaiava a chiunque, lei trottava subito verso l’animale e prima che io potessi trattenerla le sue manine già erano passate attraverso le sbarre del cancello e accarezzavano il gigante minaccioso che al suo contatto guaiva e scodinzolava tremante di gioia.

La sua vocina era come un flauto magico per le loro orecchie, appena lei li chiamava, tutti, indistintamente, cani e gatti, ovunque si trovassero, accorrevano e si lasciavano toccare, accarezzare, abbracciare.

Erano delle onde d’amore evidentemente percepite solo dalle loro orecchie ed i loro cuori.

Io prima cercavo di arginare questa esigenza di amore ed attenzione di mia figlia verso gli animali , poi mi sono inchinata a questo esempio di generosità ed affetto e l’ho assecondata.

Quando ero bambina amavo anch’io gli animali, ma in famiglia sono stata meno assecondata e, indubbiamente, non avevo la dote di Natalia di perseverare nell’impegno e nell’amore verso gli animali.

Nella mia casa, da adulta, sono passati gatti, cani, galline, paperelle, criceti, tartarughe.

Se un freno ho dovuto spesso porre è stato per questioni di spazio e di esigenze condominiali, diversamente la nostra casa sarebbe diventata una sorta di “arca di Noè”.

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