venerdì 11 maggio 2012

Dulcamara - prima puntata



Questo è un racconto di fantasia, ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.





Sono una psicoterapeuta e nel corso degli anni ho avuto in terapia diverse tipologie di pazienti, tutti differenti nella loro unicità, ma tra tutti una in particolare mi è rimasta "dentro", ed anche se sono passati alcuni anni dall'ultima seduta, quando, guarita e come rinata, mi ha salutato abbracciandomi e piangendo per la commozione, mi capita spesso di andare con il pensiero a lei, e di chiedermi "Chissà se è felice?". La prima volta che venne nel mio studio, era accompagnata dal marito, e il quadro che mi si presentò davanti era sconfortante: Luisa, era questo il suo nome, aveva il viso contratto dall'ansia ed i suoi occhi mi fissavano pieni di sofferenza.






 Il marito la guidò verso la sedia accanto alla mia scrivania, rivolgendole parole rassicuranti.
 Lei obbedendo docilmente si sedette e cominciò a fissarsi le mani, belle, lunghe ed affusolate. Notai che si era mangiata le unghie quasi fino a farsi sangue.
Chiesi al marito da quanto tempo la donna fosse in quello stato che, non osai dirlo ad alta voce, ma dentro di me definii "inferno emotivo", e mi rispose da qualche mese. Mi fece un ragguaglio sulla moglie, spiegandomi che  era sempre stata un soggetto ansioso, di un'ansia comunque contenuta, solo in alcune circostanze si era alzato il livello dell'ansia, ma subito dopo la situazione tendeva a normalizzarsi. Mi resi subito conto che Luisa, la chiamerò da adesso per nome, soffriva di un disturbo o di un disagio che risaliva sicuramente a tanti anni prima, forse addirittura all'infanzia. 
Qualcosa che era accaduto in un periodo lontano e che lei si era imposta di rimuovere, riuscendoci solo in parte,  e sotto la pressione di un qualche avvenimento avverso o doloroso risaliva a galla.





Chiesi se recentemente era successo qualcosa che aveva potuto riacutizzare il suo stato d'ansia, ed il marito dopo aver riflettuto, mi spiegò che nell'arco di un anno aveva perso la madre, dopo una lunga malattia, e il patrigno, all'improvviso, per un infarto. La perdita della madre era qualcosa a cui era preparata, essendo ammalata da anni, probabilmente la mancanza improvvisa del patrigno l'aveva destabilizzata. Sicuramente c'era molto da lavorare, la mia previsione fu che sarebbero stati necessari diversi colloqui prima di riuscire ad inquadrare la natura del suo disagio.



1 commento:

  1. un'altra storia avvincente piena di mistero bella le immagini sempre molto belle.

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