lunedì 4 febbraio 2013

Rocchetti e pistole- Seconda puntata


L'arrivo non fu meno traumatico per i passeggeri di terza classe;  se quelli di seconda  potevano  andare a terra senza passare dall’isola, poiché i funzionari salivano a bordo all’entrata del porto e li esaminavano là stesso, gli emigrati della terza classe, invece, dovevano scendere al porto e salire sui battelli che li avrebbero condotti ad Ellis Island. Lì venivano sottoposti alla visita medica e se presentavano dei difetti o problemi di salute, venivano contrassegnati con del gesso sulla schiena e sottoposti ad ulteriori controlli oppure venivano forzatamente rimpatriati.
Gli zoppi, gobbi, menomati, ciechi o con difetti psichici, gli anziani, venivano tutti rispediti nei paesi di origine.
A causa delle condizioni disumane di sporcizia e sottoalimentazione in cui versavano durante tutto il periodo della traversata, molti passeggeri si ammalavano di dissenteria, colera e  molti morivano.
La cosa migliore che poteva capitare era di prendere i pidocchi..Antonio prima di partire, allertato al riguardo da un suo concittadino, aveva rasato i capelli a zero.




Antonio constatò cosa significava essere trattati come animali, alcuni poliziotti si rivolgevano a loro con modi sbrigativi e quasi violenti; vide uomini stravolti, provati dalla traversata, che non avanzavano abbastanza velocemente, colpiti con violenza a colpi di manganello sulle gambe, sulla schiena.
Fortunatamente lui era giovane, con una salute di ferro ed un carattere di acciaio e non si lasciò scoraggiare dalle prime spiacevoli esperienze.
Negli Stati Uniti, in quegli anni di grandi flussi migratori, ci fu una vera discriminazione tra immigrati del nord Italia, dalla carnagione bianca, ed immigrati del sud Italia, per la maggior parte di statura bassa e con la pelle scura, a tal punto che i nostri meridionali vennero definiti dagli americani "Not white"!!






E fu così che il "not white" Antonio Munafò venne accolto in America, andando a vivere, insieme ad altri 30 0 35 uomini "not white" in una topaia fatiscente che avrebbe potuto accogliere non più di sei persone!

6 commenti:

  1. un periodo duro per noi meridionali.Bello il rasoio e il raconto.

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  2. eh mi ero perso questo nuovo racconto...brava come sempre Lorena...un bacio Anna

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